COSA SUCCEDE AL TUO CORPO DURANTE UN ATTACCO DI PANICO E PERCHÈ NON È PERICOLOSO COME SEMBRA

D’improvviso i battiti del cuore aumentano all’impazzata, il respiro si fa corto, senti un peso al petto e una costrizione per cui ti sembra difficile respirare, avverti delle vampate calde o dei sudori freddi, si fa strada in te il pensiero, che poi diventa quasi una certezza, di stare per impazzire o per morire… Se ti è capitato almeno una volta, sai cosa si prova durante un attacco di panico. Questi, infatti, sono alcuni dei sintomi che si sperimentano durante un attacco di panico.

Probabilmente ne sarai rimasto molto scosso e spaventato, con un grosso interrogativo nella mente: “Cosa mi è successo?”

Nonostante sperimentare un attacco di panico sia davvero spiacevole e per certi versi terrificante, è fondaentale conoscere che, in realtà, non si corre nessun pericolo concreto né dal punto di vista della salute fisica, né di quella psicologica: non è indice di un problema cardiaco o respiratorio, e non è nemmeno il segno che si sta impazzendo.

In cosa consiste un attacco di panico? Quali i sintomi e perché proprio loro?

I sintomi dell’attacco di panico altro non sono se non le manifestazioni fisiche dell’ansia e della paura, un’emozione primaria e universale, cioè provata da tutti gli uomini.

La paura, infatti, è un prodotto dell’evoluzione, fondamentale per la sopravvivenza della specie. Prova a immaginarti per un attimo una persona del tutto incapace di provare paura: non si accorgerebbe dei pericoli e non saprebbe reagirvi. Una specie i cui membri abbiano questa caratteristiche si estinguerebbe in poco tempo, non credi?

Anche l’ansia fa parte della famiglia delle emozioni della paura, ma è diversa per certi aspetti: nel caso dell’ansia, infatti, la minaccia percepita è più sfumata e non per forza presente (se vuoi approfondire a cosa serve l’ansia puoi cliccare qui: https://www.psicologafedericatesta.it/ansia-normale-o-patologica-come-distinguerle/)

Ma come mai la paura e l’ansia danno proprio questi sintomi? Anche questi sono il prodotto dell’evoluzione: se queste emozioni vengono provate di fronte ad una minaccia, il corpo si dovrà attivare  allo scopo di prepararsi al meglio a reagire con prontezza di fronte al pericolo, che sia con l’attacco o con la fuga. Pensa ad esempio ai nostri antenati che correvano il rischio di trovarsi di fronte ad una bestia feroce: per sopravvivere avevano la necessità o di attaccarla e sconfiggerla, o di fuggire a gambe levate nel più breve tempo possibile.

Tutte le modificazioni fisiche della paura, utili e fondamentali in una situazione di pericolo concreto, diventano però scomode e fastidiose in sua assenza, come spesso capita quando si è in ansia. È come se il nostro corpo mettesse in atto tutta una serie di strategie utili per fronteggiare una minaccia reale e concreta anche in sua assenza.

 

Vediamo ora meglio i sintomi che si possono provare  durante un attacco di panico e in che modo potevano essere utili in caso di minaccia fisica ai nostri antenati e, perchè no, anche a noi oggi in certe situazioni:

  • Battito cardiaco accelerato: permette al sangue di raggiungere più velocemente le varie zone del corpo, in modo da prepararti ad un possibile attacco o fuga;
  • Sudorazione: permette al corpo di mantenere una temperatura ideale durante un’eventuale attacco o fuga, per non scaldarlo in maniera eccessiva (ricordo che il sudore serve appunto ad abbassare la temperatura corporea). Inoltre, secondo alcune teorie, il sudore sulle mani avrebbe permesso, nel passato, un maggiore attrito in caso di arrampicata sugli alberi, nell’evenienza in cui fosse stato necessario trovare un riparo;
  • Tremore: il tremore è una conseguenza della tensione muscolare, utile anch’essa… indovina un po’? a prepararti meglio ad un eventuale attacco o fuga. Il tremore può essere fine, quindi con piccole scosse, ad esempio come quando ti accorgi che tremano le mani, o a grandi scosse, quando il movimento è più ampio. Entrambi sono indipendenti dalla volontà;
  • Formicolio o torpore agli arti, vampate o freddo improvviso: dato che l’afflusso di sangue aumenta in alcune parti del corpo, diminuirà in altre, soprattutto in quelle periferiche, causando queste fastidiose sensazioni a braccia e/o gambe;
  • Disturbi addominali o senso di nausea: sempre per consentire al corpo di prepararsi al meglio all’azione, le funzioni digestive si interrompono, in quanto di secondaria importanza per fronteggiare un eventuale pericolo, per conservare l’energia. I muscoli deputati a questa funzione, quindi, si inibiscono, causando appunto nausea, fastidi o dolore al tratto gastro-intestinale. Non è rara, inoltre, la sensazione di dover andare in bagno, allo scopo di “alleggerirsi” il più possibile in caso di fuga.
  • sensazione di far fatica a respirare (dispnea): allo scopo di immettere più ossigeno nel corpo si respira più velocemente (iperventilazione). In realtà, respirando velocemente, si tende a fare respiri brevi e poco profondi, con l’alta probabilità quindi di andare in iperventilazione. Niente di grave, capita anche quando si fa sport. Se ciò si prolunga può causare, a sua volta, uno squilibrio nel sangue tra la concentrazione di ossigeno, che aumenta, e quella di anidride carbonica, che diminuisce, con una conseguente riduzione del flusso del sangue al cervello. Ecco perché potresti avere l’impressione errata di far fatica a respirare e a dover continuare ad introdurre una maggior quantità di ossigeno nel corpo, quando invece questa è già eccessiva! Questo fenomeno è responsabile a sua volta di altri sintomi (tutti i seguenti), quali :
  • sensazione di asfissia: ti ricordo che è solo una percezione non corrispondente al vero, in realtà le tue vie aeree sono libere e non corri nessun rischio di non riuscire a respirare da un momento all’altro;
  • giramenti di testa, vertigini, sensazione di stare per svenire: anche questa è solo una percezione erronea perchè, durante un attacco di panico, la pressione si alza, mentre quando si sta per svenire la pressione si abbassa di colpo;
  • dolori al torace: spesso sono interpretati come il sintomo di un attacco di cuore, mentre invece ora sai che la spiegazione è differente. Non è raro, infatti, che chi ha un attacco di panico si rechi al pronto soccorso con questa convinzione. Il tuo cuore in realtà sta bene, sta solo battendo molto veloce e stai facendo respiri troppo superficiali e veloci, tutto qui. Se sospetti un problema cardiaco, in ogni caso, puoi sempre fare degli approfondimenti clinici per toglierti il dubbio;
  • senso di derealizzazione: è la sensazione di essere distaccati dalla realtà, che viene quindi percepita in maniera distorta. Potrebbe quindi capitarti di percepire gli oggetti con forme e grandezze distorte, o che persone o luoghi familiari ti appaiano invece di colpo come estranei
  • senso di depersonalizzazione: è la sensazione di essere distaccati da sé stessi e dal proprio corpo. Spesso i miei pazienti riportano di sentirsi lontano dai propri pensieri o dalle loro emozioni, di sentirsi “come degli automi” o non nel pieno controllo delle proprie azioni, anche di quelle più comuni come ad esempio il parlare o il muoversi;
  • paura di perdere il controllo, di impazzire o di stare per morire: spesso collegato ai due precedenti. In realtà nessuno è mai impazzito durante un attacco di panico… è davvero spiacevole, ma è una sensazione che passerà presto senza lasciare alcuna conseguenza.

Tali reazioni fisiche, quindi, sarebbero molto utili di fronte ad una minaccia concreta, soprattutto in un lontano passato; peccato che nel mondo di oggi, specialmente di fronte a minacce più sfumate, questi sintomi abbiano ormai perso la loro utilità per salvaguardare la sopravvivenza, e rimangano per lo più come una scomoda eredità del passato.

La terapia cognitiva può insegnarti tante valide strategie per gestire questi sintomi, oltre che esserti utile per identificare le emozioni e i pensieri fondamentali nella creazione di circoli viziosi implicati nell’attacco di panico o nella paura che questo si possa verificare nuovamente. Respirazione diaframmatica, abc, esposizione sono sono alcune delle tecniche che utilizzo, fondamentali nell’identificazione degli schemi cognitivi e dello stile di attaccamento, legato alla visione di sè e del mondo circostante, allo scopo di fornirti alternative più flessibili e funzionali.

Spero che ora i sintomi dell’attacco di panico ti siano più chiari e ti appaiano come meno spaventosi; se ti sono rimasti dubbi o hai altre domande scrivimi pure!