L’IMPORTANZA DI ASCOLTARE I SINTOMI SENZA PAURA

Spesso uno dei principali motivi per cui ci si rivolge allo psicologo è la comparsa nella propria vita di alcuni sintomi, delle manifestazioni che a volte sembrano strane, altro da noi, o che in ogni caso non vorremmo ci fossero.

A volte si insinuano nella vita quotidiana piano piano, altre volte irrompono all’improvviso, anche in modo sconcertante. Essi finiscono per diventare dei compagni non richiesti con cui si diventa costretti a convivere. Talvolta accompagnano la persona costantemente, fino a permeare gran parte della vita quotidiana; è il caso, ad esempio, di chi si sente sempre triste e senza voglia di fare nulla. Talvolta invece, pur comparendo solo a tratti, lasciano la persona attanagliata dalla paura del momento in cui si ripresenteranno, come, ad esempio, chi vive nel timore costante che possa sopraggiungere un attacco di panico.

“Cosa mi sta succedendo?” “Perché mi sento così?” “Perché mi sento spinto a mettere in atto questi comportamenti?” sono solo alcuni dei numerosi interrogativi che affollano la mente. “Io non sono così, vorrei tanto che questi sintomi sparissero per sempre dalla mia vita”.

Ma perché succede ciò?

Il sintomo è il corpo che ci parla: le emozioni che non ascoltiamo durante la nostra vita trovano, in momenti di difficoltà o in situazioni particolarmente stressanti, un modo per emergere e farsi ascoltare: è quindi così che si crea il sintomo. Ed è proprio per questo che si può affermare che esso è una strategia involontaria che si mette in atto per far fronte alla propria sofferenza, anche inconsapevole… salvo poi generare altra sofferenza. È insomma come se, da soli, noi e il nostro corpo cercassimo in maniera inconsapevole di dar voce a quello che non va, ma lo facessimo in un modo che poi ci fa stare ancora più male.

È quindi necessario imparare ad ascoltare il proprio sintomo, a “tradurre” ciò che il corpo ci vuole dire, che per lungo tempo non abbiamo ascoltato, un po’ perché magari troppo occupati dai mille impegni quotidiani, un po’ perché non ce ne rendevamo conto o non ne eravamo in grado. È proprio la consapevolezza il primo passo per stare bene, conoscere sé stessi, capire cosa non sta girando per il verso giusto, cosa non ci rede sereni.

Solo allora si sarà pronti per il passaggio successivo, ovvero chiedersi se esiste un’altra strategia per dar voce quelle emozioni, un altro modo di agire o di vedere le cose, in modo da alleggerire quelle sensazioni negative che si agitavano continuamente in noi senza trovare altro modo per farsi sentire. Solo allora il sintomo, finalmente compreso e “tradotto”, non avrà più ragione di esistere.

L’invito, quindi, è di non avere paura dei sintomi, per quanto incomprensibili e fastidiosi essi siano: impara ad ascoltarli e a “tradurli”, con l’aiuto di un esperto, affrontali e non lasciare che si impadroniscano della tua vita; diventeranno allora una importantissima fonte di informazioni che ti permetterà di stare meglio e di incamminarti sulla via del benessere.